DOLLARI DI NUOVO Giù

Il 2022 resta un anno di altissima volatilità, sia sui mercati azionari, ma anche il comparto valutario sembra non essere da meno, con un dollaro che detta il ritmo di movimenti bidirezionali sempre molto impulsivi.
Le parole di Powell nell’ultima riunione della FED avevano spinto il dollar index fino ai livelli di massimo del 2021 a 96.90 e poi oltre a segnare i nuovi massimi a 97.44, con un movimento impulsivo che aveva decretato la caduta di tutte le altre majors.
Ieri nuovi venti di risk on, con il mercato azionario in gran spolvero, special modo gli americani, che hanno performato oltre il 2% e che vedono un recupero importante dai minimi di gennaio, segue stamattina il dax oltre i 15580 punti, portando con sé un pesante storno anche del dollaro americano, che torna a 96.40.
Il profondo respiro del biglietto verde, porta rialzi su tutte le majors, che riconquistano in molti casi i livelli pre- FED, come ad esempio eurusd , che dai minimi di 1.1125 ha recuperato le aree di 1.1275, primi livelli di resistenza vera, portando il sentiment retail nuovamente in una fase di equilibrio con un 53% di traders retail long.
Anche il cable riparte dai minimi di 1.3370 agli attuali 1.3490, e sembra impostato al ritest delle resistenze di 1.35 figura dove passa anche la trend line resistiva che congiunge gli ultimi massimi di periodo. I retail ribilanciano anche qui il loro posizionamento non solo incassando le posizioni long che hanno aperto lungo la discesa, ma aprendo come di consueto posizionamenti contrarian short che alimentano l’attuale risalita.
Anche il dollaro australiano che ha visto questa notte l’intervento della RBA che ha lasciato invariati i tassi di interesse, senza aprirsi a possibili variazioni, nemmeno nella prossima primavera estate, ma chiudendo di fatto in questo febbraio il QE in atto. Azione che non ha creato particolare clamore sulla valuta oceanica che dopo un breve storno di 50 pips sotto le aree di 0.7040 è ripartita a rialzo andando stamattina a ritestare le aree di 0.71 figura, anche qui portando i traders retail ad incrementare le loro posizioni short e a ribilanciare un sentiment che ora si dimostra neutrale con un 57% long.
Fatica il dollaro neozelandese, che seppur recuperando terreno dalle aree di minimo di 0.6530 non riesce a tenere il passo con il dollaro australiano, tenendo viva quella divergenza tra i due asset che continua a sostenere il cross audnzd, che si trova ora al test della resistenza di 1.0750, pronto ad eventuali allunghi rialzisti fino a 1.0713-20.
Settimana delicata dunque se consideriamo gli appuntamenti di giovedi con BCE e BOE, che potrebbero decretare l’inizio di nuovi equilibri nel mercato fx.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
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